Dal 27 settembre al 3 ottobre si è tenuta a Pisa la seconda edizione del Festival Internazionale della Robotica, un’iniziativa di grande valore scientifico e divulgativo, che ha visto salire i visitatori – tra cui molti studenti e insegnanti – a 15.000, più 50% rispetto al 2017. Infatti, come ci ha spiegato il direttore organizzativo professor Franco Mosca, nel corso dell’intervista che ci ha rilasciato, clicca qui per leggere il testo integrale, “Le persone hanno capito e hanno potuto constatare con i propri occhi, che la robotica è per tutti ed è al servizio di tutti”. E ancora: “tra i nostri stand abbiamo avuto, tantissimi bambini e famiglie, catturati da un’iniziativa che non è una fiera bensì una “sette-giorni” capace di valorizzare le eccellenze della nostra città. La robotica è nata a Pisa e la città vanta una delle più alte concentrazioni al mondo di “addetti ai lavori” in questo campo. I robot, dal canto loro, rappresentano una vera e inarrestabile rivoluzione. Negli ultimi anni basta aprire un quotidiano, seguire un programma televisivo o un tg che si trova sempre una novità legata alla robotica che è diventata per tutti motivo di grande curiosità e interesse. Tutti ne vogliono sapere di più e desiderano approfondire i moltissimi e diversi settori che coinvolge in modo positivo. Ed uno degli obiettivi della nostra sette giorni, oltre a mantenere un elevatissimo livello scientifico, è stato proprio far conoscere alla gente comune la robotica, e far conoscere i vantaggi e i benefici che può offrire”. A distanza di due settimane, dalla chiusura del festival di Pisa, si è aperta a Firenze, Fiera Didacta Italia, manifestazione, quest’anno dedicata all’astrofisica Margherita Hack. Inserita dal Miur fra gli eventi previsti dal piano pluriennale di formazione dei docenti, dal 18 al 20 ottobre, ha proposto un programma scientifico-educativo organizzato da Indire, partner scientifico della Fiera e capofila del Comitato scientifico formato da Cnr, Istituto degli Innocenti, CRUI, Associazione Italiana Editori e Reggio Children, davvero di grande livello, come peraltro, è stato confermato dal numero dei partecipanti – oltre oltre 23.000 – a cominciare dagli insegnati, giunti da tutta Italia per partecipare ai 474 tra workshop in “modalità immersiva”, incontri formativi, convegni ed eventi, metà dei quali hanno fatto registrare il sold out. Tra questi, il convegno del 19 ottobre: “Quando i robot si costruiscono a scuola. Approcci metodologici a supporto della Robotica Educativa”, che ha visto tra i relatori la partecipazione di due rappresentanti di “Terza Cultura”, consolidato partner di PortaleRagazzi.it: la Dott. ssa Carlotta Bizzarri, Assegnista di Ricerca all’Università degli Studi di Firenze e il Dott. Stefano Errico, laureato in Ingegneria Elettronica all’Università degli Studi di Firenze. Nello specifico, la Dott. ssa Bizzarri e l’Ing. Stefano Errico hanno raccontato, al folto pubblico di docenti, dirigenti scolastici e rappresentanti di organizzazioni che operano nell’ambito della formazione, la genesi di Robot@school, primo progetto di robotica educativa realizzato, a partire dal 2008, nelle scuole di Firenze, attraverso Le Chiavi della Città – Assessorato all’Educazione del Comune di Firenze, e che in virtù della fattiva collaborazione con PortaleRagazzi.it – Fondazione Cr Firenze e Terza Cultura spin-off dell’Università degli Studi di Firenze, è potuto crescere e diventare un vero e proprio punto di riferimento per l’innovazione didattica e l’utilizzo delle nuove tecnologie nelle scuole. Inoltre, come ha tenuto a precisare la Dott. ssa Bizzarri, i riscontri più che positivi che Robot@school, in termini di adesioni e di soddisfazione da parte dei docenti e degli studenti, hanno reso possibile che il progetto venisse scelto come caso di studio virtuoso nel contesto una ricerca, condotta dal 2017 da Indire e dall’Assessorato all’Educazione, per monitorare il funzionamento e l’impatto organizzativo e didattico delle proposte che vengono inserite ne “Le Chiavi della Città”. Con riferimento all’impegno sempre maggiore profuso dalla Fondazione CR Firenze per quanto riguarda la formazione, corre l’obbligo di ricordare che, in occasione di Didacta, la fondazione ha messo a disposizione gratuitamente 150 percorsi formativi dell’Università Telematica degli Studi – IUL, ateneo partecipato Indire e Università degli Studi Firenze, per gli insegnanti che operano nelle province di Firenze, Arezzo e Grosseto. Nel corso della tre giorni fiorentina, è stata inoltre presentata Elisa, piattaforma e-learning realizzata dal Dipartimento di Scienze della Formazione e Psicologia dell’Università degli Studi di Firenze su iniziativa del Miur, per la formazione a distanza di 16.000 docenti e il monitoraggio dei fenomeni di bullismo e cyberbullismo in 8.000 scuole del paese. Al fine di meglio capire quale sia il tratto distintivo di Didacta, rispetto ad altre iniziative, volte a far conoscere le innovazioni nell’ambito della didattica, la Redazione di PortaleRagazzi, ha chiesto al presidente di Indire, Dott. Giovanni Biondi, di esporci quali sono i capisaldi dell’iniziativa. Di seguito, il testo integrale dell’intervista che ci ha rilasciato.
Presidente, in cosa si distingue Didacta rispetto ad altre iniziative incentrate sul rapporto tra nuove tecnologie e didattica?
Didacta non è una fiera tecnologica, ma una manifestazione che ha come fulcro l’innovazione nella scuola, a partire dall’uso degli spazi, degli strumenti e dei libri di testo. Il messaggio che vorremmo trasmettere all’interno delle attività formative in cui sono coinvolti i docenti è che non basta la tecnologia in sé a cambiare la didattica, ma sono le metodologie che devono guidare il cambiamento. Le tecnologie, se ben utilizzate e integrate nella progettazione didattica, possono diventare uno strumento davvero efficace per gestire le attività di docenti e studenti in aula e a casa.
Quindi, uno dei punti focali della manifestazione è l’innovazione, non solo per quanto riguarda le tecnologie, ma anche le metodologie.
Come detto in precedenza, sono le metodologie e non le tecnologie a determinare il modo di progettare di trasformare il modello didattico e le azioni. E, in questo senso, l’innovazione deve partire dalla scuola. Gli studenti ormai usano strategie cognitive diverse rispetto al passato e hanno una capacità di utilizzo degli strumenti a volte superiore a quella degli insegnanti. Molto spesso, però, i dispositivi tecnologici non sono usati nel modo corretto dai ragazzi o non c’è una piena consapevolezza delle potenzialità dei mezzi a disposizione. Per questo, sono gli insegnanti che devono acquisire le competenze adatte per poter coinvolgere i giovani e trovare le soluzioni più efficaci per le finalità didattiche di volta in volta individuate. Innovare, poi, non significa necessariamente inventare qualcosa di nuovo, ma vuol dire utilizzare in modo diverso e innovativo gli strumenti e le metodologie a disposizione. Questo approccio lo stiamo portando avanti grazie al Movimento delle Avanguardie Educative, una rete costituita da 800 scuole italiane, coordinata da Indire, che promuove l’innovazione partendo dal basso. Tra le idee più diffuse nelle scuole italiane, la Flipped Classroom, con 468 istituti che hanno adottato questa proposta, le Aule Laboratorio Disciplinari, con 311 istituti e il Debate (dibattere e argomentare), con 283 scuole.
Vorrebbe parlarci delle principali novità di Didacta 2018?
Nell’edizione di quest’anno Indire ha raddoppiato le iniziative destinate alla formazione degli insegnanti, oltre alla valorizzazione e alla promozione dei progetti gestiti dall’Istituto. In generale, tutta la Fiera è cresciuta come numero di stand presenti, partner coinvolti e adesioni. Rispetto allo scorso anno, come istituto di ricerca, abbiamo deciso di puntare su un format di workshop che privilegiasse la modalità “immersiva”, in modo da poter offrire agli insegnanti l’opportunità di partecipare attivamente alla formazione e di sperimentare direttamente le metodologie proposte dai nostri ricercatori. Fra le novità di questa edizione, occorre senz’altro menzionare i numerosi workshop per la fascia di età 0 a 6 anni, che hanno affrontato le tematiche dell’infanzia collegate all’arte, ai libri, ai nuovi media, all’educazione all’aperto e all’uso creativo dei materiali di recupero. E ancora. La sezione dedicata agli Istituti alberghieri, con attività sul marketing e web marketing del turismo, l’evoluzione tecnologica del reparto di ricevimento, la gestione e organizzazione di un evento enogastronomico e i software di settore. Inoltre, Didacta è stata l’occasione per presentare due nuove idee per l’innovazione, MLTV (Making Learning and Thinking Visible) e Dialogo Euristico. In particolare, MLTV deriva da un lavoro congiunto tra Indire, Università di Harvard e tre istituti scolastici superiori già appartenenti al movimento delle Avanguardie Educative.
Ritiene che quanto emerso nel corso della tre giorni fiorentina possa contribuire alla redazione di quello che sarà il nuovo Piano Scuola Digitale, ormai in scadenza?
La presenza durante la Fiera di molti attori che operano a vario titolo nel sistema scolastico, in primis il Ministero dell’Istruzione, ha offerto un’incredibile opportunità di confronto e di dialogo su diversi temi, sia dal punto di vista dei contenuti sia dei processi d’innovazione che stanno avvenendo nella scuola italiana. Il successo che abbiamo riscontrato in questa seconda edizione di Didacta conferma che la tre giorni fiorentina può diventare stabilmente uno dei luoghi privilegiati per far incontrare docenti, dirigenti scolastici, organizzazioni che operano nell’ambito dell’istruzione e le aziende del settore. E questo può rappresentare sicuramente un elemento di grande utilità per il Ministero dell’Istruzione, per raccogliere le diverse istanze e valutare le strategie da attuare a livello nazionale.
Grazie, presidente.
Dopo questo lungo resoconto sulle iniziative realizzate a Pisa e a Firenze, che confermano come la Toscana sia una delle regioni italiane più all’avanguardia per quanto riguarda scienza, tecnologia, robotica e loro applicazioni in ambito formativo-didattico, concludiamo dando comunicazione che dal 25 ottobre al 4 novembre si tiene a Genova la 16° edizione del Festival della Scienza. In programma 266 appuntamenti, scanditi in 128 incontri, 82 laboratori, 28 mostre, 13 spettacoli e 15 eventi speciali. Il tema su cui ruota questa edizione sono i “Cambiamenti”. La scienza, del resto, ci insegna che il cambiamento è inevitabile e inarrestabile, ma che può e deve essere determinato dalle nostre scelte; e ai nostri giorni il binomio scienza-tecnologia s’impone sempre più come veicolo essenziale di cambiamento e innovazione. Ecco che a Genova si parlerà di big science ma anche di come la scienza favorisce i rapporti tra le diverse culture. Tra i principali argomenti che saranno affrontati: le nuove frontiere della medicina, il climate change e la sostenibilità globale. Uno spazio speciale sarà poi dedicato alla tecnologia intesa come driver fondamentale per il cambiamento e il miglioramento della qualità di vita delle persone con disabilità. Tra gli eventi particolarmente indicati per i docenti, si segnalano: Mind the science, Giocando si impara, SeedScience, Imparare è facile con la realtà virtuale!
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