Diffondere la conoscenza delle nuove tecnologie secondo un approccio transdisciplinare e critico
PortaleRagazzi.it è un progetto motu proprio della Fondazione Cr Firenze, nato con il principale intento di promuovere l’utilizzo sicuro e consapevole del web e delle sue applicazioni tra i giovani, come anche tra gli insegnanti e i genitori. Le iniziative di cui si è fatto promotore, nel corso dei suoi dieci anni di vita, sono andate via via aumentando, così come sono andate via via aumentando, il numero delle istituzioni e dei partners che hanno permesso di dare corpo alla “vision” di PortaleRagazzi.it: diffondere una conoscenza sempre più profonda delle nuove tecnologie fin dall’età scolare, secondo un approccio transdisciplinare e critico. Sicuramente, PortaleRagazzi.it è stato uno dei precursori, a livello nazionale, nel realizzare iniziative secondo queste linee d’intervento, ed risultati sino ad oggi raggiunti, confermano che la strada scelta era ed è quella giusta. Evidentemente, poiché il portale ha in suo principale focus sulle nuove tecnologie e i correlati processi di apprendimento, temi che sono in continua evoluzione, periodicamente, torniamo a parlare di argomenti che abbiamo già affrontato in passato, perché nel frattempo sono emerse delle novità, o più banalmente perché, per motivi di spazio, non avevamo avuto modo di approfondire, come e quanto avremmo voluto. Uno, tra i tanti, è coding, che riprendiamo in esame in questo numero. Per chi non avesse avuto modo di leggere i precedenti articoli, o in ogni caso non sappia esattamente di che cosa si tratta, cominciamo con il definirne il significato. Letteralmente, significa “programmazione informatica” ed è una disciplina che ha come base, il pensiero computazionale, vale a dire tutti quei processi mentali che mirano alla risoluzione di problemi combinando metodi caratteristici e strumenti intellettuali. A detta di molti esperti, per chi è nato in questo millennio, imparare a programmare è importante, tanto quanto imparare la lingua inglese. Concetto chiave del coding è il “pensiero computazionale”, cioè imparare a pensare in maniera algoritmica, che poi significa molto semplicemente imparare a trovare una soluzione e svilupparla. Con particolare riferimento ai bambini e ai ragazzi, il coding dà loro una forma mentis che gli permetterà di affrontare problemi complessi quando saranno più grandi. Quando i bambini si avvicinano al coding, diventano soggetti attivi della tecnologia, e i risultati sono immediati. In molti casi, in poco più di un’ora, possono ad esempio arrivare a creare un piccolo videogioco, funzionante. Certo, vi chiederete, ma per fare tutto questo serviranno strumenti adatti. La risposta è sì, e il più diffuso è Scratch un tool di programmazione visuale (il codice del programma non deve essere digitato) ideato al Mit di Boston, ma in realtà è possibile fare coding, anche senza avvalersi di alcuna strumentazione informatica. Si tratta del così detto “coding unplugged”, espressione che definisce ogni attività di apprendimento e insegnamento dei principi della programmazione, e per il quale può bastare un foglio di carta a quadretti, qualche matita colorata e un po’ di fantasia. Inoltre, l’apprendimento del “coding unplugged” è nella maggioranza dei casi propedeutico al “coding plugged”. Sia nell’uno che nell’altro caso, bambini e ragazzi imparano a collaborare tra loro per risolvere uno stesso problema, a mettere a disposizione le loro conoscenze e scoperte, prendendo spunto dai più bravi, e così facendo imparano a lavorare come avviene all’interno delle comunità scientifiche, dove le più importanti scoperte vengono raggiunte attraverso la condivisione dei progressi raggiunti con altri scienziati. Inoltre il coding consente a bambini e ragazzi di esprimere se stessi attraverso la creatività. Ecco che, l’insegnamento del coding, è in grado di produrre benefici di lungo termine, portando bambini e ragazzi ad apprendere meccanismi logici che gli saranno estremamente utili nel proseguo dei loro studi.
Di seguito, vi raccontiamo la storia di una nativa digitale finlandese, classe 1986: Linda Liukas oggi affermata autrice e illustratrice di libri per bambini, ma anche istruttrice per programmatori alle prime armi. Nel 2001, all’età di 15 anni, realizza una pagina in finlandese su Al Gore – 45º Vicepresidente degli USA (1993-2001), durante la presidenza di Bill Clinton – con l’intento di mostrargli quanto credesse nei suoi valori ambientalisti. Nel 2013, la Commissione Europea le conferisce il titolo di: Digital Champion of Finland. Nel 2014, il suo libro di coding per bambini “Hello Ruby” raccoglie attraverso Kickstarter $ 380.000, diventando il libro per bambini più finanziato dalla piattaforma di crowdfunding. Per i successivi dieci anni studia filosofia, economia, francese e ingegneria, continuando, parallelamente a mantenere uno spiccato interesse per la programmazione. All’età di 23 anni, focalizza i propri interessi sul web: co-fonda Rails Girls , sito progettato per aiutare le donne ad imparare la programmazione di base; quindi inizia a collaborare con la piattaforma Codecademy che offre corsi di formazione on line su coding, etc. E qui, per motivi di spazio, ci fermiamo, anche se ci sarebbe ancora altro da raccontare sulla nostra Liukas, una nativa digitale da prendere senz’altro come esempio!
E dopo aver parlato di coding per bambini e ragazzi, terminiamo l’editoriale, di questo numero di PortaleRagazzi.it, parlando di coding per insegnanti e genitori. Ed anche in questo caso più che addentrarci in tante teorizzazioni, vi raccontiamo di un’iniziativa nata in seno all’Università di Urbino Carlo Bo 1506, grazie, in primis, all’impegno di Alessandro Bogliolo, Professore Ordinario di Sistemi per l’Elaborazione dell’Informazione e Delegato del Rettore alla Divulgazione Scientifica, presso la stessa università e Coordinatore di Europe Code Week. Si tratta di #CODEMOOC . In estrema sintesi di tratta di un brevissimo MOOC (massive open online course) volto ad agevolare il dialogo tra insegnanti e genitori in merito alle attività di coding svolte a scuola. Si tratta quindi di un “ausilio” per raccontare ai genitori il coding praticato dai figli, nell’intento di illustrarne le motivazioni e la varietà di approcci e strumenti disponibili. Nello specifico si tratta di una raccolta di dieci brevi video: 1°. Introduzione (disponibile dal 25 ottobre 2018); 2°. Charles, Ada e la programmazione (disponibile dal 28 novembre 2018); 3°. Pensiero computazionale; 4°. Algoritmi; 5°. Umano digitale; 6°. Coding e superpoteri; 7°. Programmazione visuale; 8°. Coding unplugged; 9°. I primi robot (disponibile dal 22 novembre 2018); 10°. Robotica educativa (disponibile dal 25 novembre 2018). I video sono pubblici e possono essere seguiti direttamente su YouTube o su Facebook e condivisi. Inoltre l’Università di Urbino, al fine di offrire una visione più organica dell’iniziativa ha raccolto i video in un nano-MOOC: un brevissimo corso aperto e gratuito, che al termine di ogni video pone alcune domande per agevolarne la comprensione e per certificarne la visione; al termine del MOOC, viene rilasciato un certificato di completamento in formato pdf e open badge.
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