La mostra “Fragility and Beauty…” al MNST “Leonardo da Vinci” di Milano, è nata con l’intento di creare un collegamento tra ricerca scientifica, tecnologia spaziale e pubblico sul tema dei cambiamenti climatici e dello sviluppo sostenibile, del loro impatto sugli ecosistemi terrestri e le conseguenze sul futuro del pianeta.
In più occasioni, abbiamo parlato del MNST “Leonardo da Vinci” di Milano – vedi tra gli altri, l’articolo “Le Strandbeest di Theo Jansen…” – uno dei musei italiani, insieme al Museo Galileo di Firenze, più attivi nell’ambito della trasmissione e divulgazione del sapere scientifico.
In questo numero, torniamo a scrivere del MNST “Leonardo da Vinci” perché lo scorso 16 maggio ha aperto al pubblico la mostra “Fragility and Beauty” – Taking the pulse of our planet from space”, promossa da MNST in collaborazione con ESA – Agenzia Spaziale Europea, ASI – Agenzia Spaziale Italiana e National Geographic.
L’esposizione, a cura di Viviana Panaccia, è tesa a creare un collegamento tra ricerca scientifica, tecnologia spaziale e pubblico sul tema dei cambiamenti climatici e dello sviluppo sostenibile, del loro impatto sugli ecosistemi terrestri e le conseguenze sul futuro del pianeta.
Con l’aiuto di un touch table si possono vedere gli impatti del sovraffollamento del pianeta sui suoi ecosistemi; è possibile conoscere lo stato delle calotte polari, i processi di scioglimento dei ghiacci e lo stato degli oceani. Infine, una video-installazione, ispirata alla serie televisiva “One Strange Rock”, firmata da Darrel Aronofsky per National Geographic, offre infine ai visitatori l’opportunità di riflettere sul futuro del nostro Pianeta.
Info: www.museoscienza.org | 02 48 555 1
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