Dall’anno scolastico 2017/18 tra le proposte de Le Chiavi della città è stato inserito il percorso GEOART – Esploriamo la città con il geologo, dedicato alle classi della scuola secondaria di secondo grado. Un progetto che ha riscosso da subito un gra successo con la partecipazione di 16 classi per la priam edizione e 26 classi per quello in corso.
Ogni volta che un geologo passa davanti al campanile di Giotto non può far a meno di ripensare all’oceano TETIDE che 250 milioni di anni fa si stava aprendo e cos’è che glielo ricorda?
Sono proprio i colori delle sue pietre a ricordarcelo! Le rocce verdi ci rimandano allo smembramento della Pangea come anche le zone di piattaforme carbonatiche ricche di sedimenti calcarei formatesi per deposizione di gusci e che ci segnalano l’inversione di rotta dei movimenti delle placche tettoniche. Le rocce rosse e le arenarie, come la pietraforte, ci riconducono verso mari molto più profondi che evocano la formazione di una fossa tra l’Eurasia e la placca Africana. Queste rocce, nel loro insieme, oggi compongono il nostro Appennino e si ritrovano nel rivestimento nei principali edifici storici di Firenze.
Il percorso di scoperta della geologia nell’arte è partito proprio dall’osservazione delle pietre che compongono i nostri monumenti.
Durante il primo incontro in classe si è partiti da una domanda: come mai città vicine come Pisa, Firenze e Pistoia sono caratterizzate da edifici storici rivestiti di pietre dalla colorazione totalmente diversa? La risposta non è certamente da cercare nel gusto degli artisti del tempo, ma nella disponibilità di materiali lapidei nei dintorni della città, che sono conseguenza di una storia geologica differente. Per questa ragione si è andati alla scoperta di questa storia, lunga centinaia di milioni di anni, riprendendo concetti di base della geologia, come la struttura interna della Terra, la Tettonica delle Placche, il ciclo delle rocce e quello dell’acqua, attraverso l’osservazione di minerali, campioni di rocce dell’Appennino e reperti fossili.
Nel secondo incontro invece le classi si sono cimentate in un itinerario tra monumenti di Firenze, dalla Stazione ferroviaria di Santa maria a Novella, passando per la Basilica di Santa Maria a Novella, San Lorenzo, Piazza Duomo (Santa Maria del Fiore, Battistero e Campanile), Orsanmichele e piazza della Signoria, con Palazzo Vecchio e Palazzo Uguccioni, alla scoperta dei segreti delle rocce di Firenze, ricostruendo la storia geologica della Toscana e osservandone i problemi di degrado.
L’intero progetto ha visto la partecipazione dagli alunni attraverso una metodologia trasversale che coinvolge, non solo le discipline delle Scienze della Terra, ma anche la storia dell’Arte, la diffusione del pensiero scientifico e tecnologico, la letteratura, la storia, la geografia e molto altro …. Un percorso che mostra il ruolo di famosi personaggi storici di Firenze, come Leonardo da Vinci, Leon Battista Alberti, Galileo Galiei, Niccolò Stenone e che abbraccia periodi architettonici diversi dal romanico fiorentino, il rinascimento fino all’epoca dell’architettura fascista; confronti e riflessioni che vanno a mostrare come non esiste una separazione tra sapere scientifico e umanistico ma un infinito intreccio di collegamenti.
Un discorso a tutto campo che comprende anche momenti di riflessione sul rischio geologico e sull’educazione ambientale, come per esempio, la considerazione che l’acqua che beviamo è sempre la stessa, come ci mostra il ciclo dell’acqua, e che la nostra Terra provvede a depurare nel tempo, ma che non dobbiamo inquinare con elementi pericolosi che i cicli naturali non riescono ad eliminare. Un’unità del sapere che deve far crescere la consapevolezza dei più giovani sulla complessità della storia nella propria città e quanti diversi siano i suoi segreti.
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