Pubblico l’articolo che mi ha spedito la 4^B della Scuola Primaria Statale G. Rossini di Firenze dopo l’esperienza dei laboratori di didattica archeologica “Picchetto l’Archeologo in Egitto”
Quando siamo arrivati davanti al Museo Archeologico di Firenze eravamo tutti felici e curiosi di scoprire cosa ci fosse dentro. Gli Egizi sono il nostro popolo storico preferito e quindi immaginavamo già di vedere sarcofagi e mummie. Poi la maestra ci aveva detto che questo museo si colloca al secondo posto in Italia per ricchezza di reperti e questa notizia ci era rimasta in mente da subito. Una volta entrati, dopo aver visto un filmato sull?esposizione museale, tutti pronti, in fila siamo saliti al piano superiore e siamo entrati dentro.
Il percorso che la maestra aveva scelto di farci vedere era quello del ?Corredo funerario? e la signora che ci ha accompagnati dentro, ha potuto farci vedere molti reperti perché gli Egiziani avevano l?abitudine di mettere vicino al defunto i suoi oggetti personali e tutto ciò che gli era servito durante la vita. Loro credevano infatti che tutti questi oggetti sarebbero potuti servire nell?altra vita, quella nell?aldilà, cioè nel regno dei morti. Loro avevano bisogno di mangiare, di bere, di vestirsi e di giocare se erano bambini. Ecco perché il corredo funerario seguiva il morto nella tomba! Nelle tombe poi c?erano raffigurate scene di vita quotidiana con personaggi che si dovevano animare per rendere piacevole la vita del defunto.
Poi, sempre dentro le tombe, c?erano le stele funerarie generalmente fatte di pietra, che dovevano servire per assicurarsi le preghiere, il cibo, le bevande e tutto ciò che poteva servire all?anima per poter continuare a vivere. Queste rappresentavano le offerte che la famiglia faceva per non far mancare niente al morto. La signora che spiegava ci ha detto che loro credevano che succedesse una specie di magia: quando ce n?era bisogno i dipinti si animavano e il defunto poteva servirsi di ciò che voleva.
Nelle tante vetrine che abbiamo visto, abbiamo trovato gli ?usciabti? piccole statuine che raffiguravano il morto e che servivano da sostituti se la mummia si fosse sciupata. Ma la nostra guida ci ha anche detto che poi queste statuette ebbero un?altra funzione: dato che il morto doveva lavorare nei campi dell?aldilà queste lo sostituivano facendo per lui tutti i lavori richiesti da Osiride. C?era una bellissima cassetta dipinta con dentro tutte queste statuette che sembravano bamboline e la signora ci ha raccontato che ce ne potevano essere addirittura 365, cioè una per ogni giorno dell?anno.
Nelle tombe c?erano però anche altre statue, quella del morto, quelle della moglie e dei figli oppure quelle dei servitori che lo dovevano servire per tutta la vita nell?aldilà. Insieme a tutte queste cose c?era un rotolo di papiro con il Libro dei Morti dove c?erano scritte preghiere e formule per la vita dell?oltre tomba.
Poi siamo entrati nelle sale che tutti aspettavamo: c?era un po? di buio per non sciupare i dipinti sui sarcofagi ma noi siamo ugualmente rimasti tutti a bocca aperta. Che belli da vedere con tutte le pitture sopra e con le mummie sotto o accanto. Non avevamo parole?.anzi secondo la maestra ne avevamo anche troppe ma come facevamo a stare zitti!!!
Una volta finito il giro del museo siamo scesi per una scala e siamo andati a fare una cosa bellissima, lo scavo. Anche qui ci siamo subito entusiasmati perché potevamo fare qualcosa con le mani. Lo scavo funzionava così: c?era un grande quadrato con dentro molta sabbia ed era diviso, con delle cordicelle, come in una grande battaglia navale. Noi abbiamo fatto finta di essere dei veri archeologi. All?inizio due signore ci hanno dato degli attrezzi per scavare: paletta, pennello, secchio, un legno quadrato sul quale c?era un foglio per disegnare quello che via via trovava ogni gruppetto di bambini. Ed ecco che inizia il nostro lavoro. Abbiamo incominciato a scavare a più non posso e dopo poco avevamo trovato tantissime cose come statuette, pezzi di carbone, tavolette, pezzi di vasi rotti, pietre, piatti ecc? Abbiamo preso il pennellino e abbiamo spolverato gli oggetti trovati per vedere meglio tutti i particolari, poi abbiamo preso il metro e li abbiamo misurati per riprodurli sul foglio. Dovevamo stare attenti a metterli nella stessa posizione in cui l?avevamo trovati e la signora ce lo diceva continuamente perché così fanno i veri archeologi.
A noi questa esperienza è piaciuta moltissimo ma abbiamo capito che fare quel mestiere è faticoso perché bisogna stare sempre chinati e scavare con tanta attenzione per non rompere niente. Vogliamo dare un suggerimento: non togliete mai questa bella attività.
A cura della 4^B della Scuola Primaria Statale G. Rossini di Firenze
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