Ragazzi, sapete perché, per conservare alcuni alimenti a lungo, bisogna metterli “sottovuoto”?
La conservazione sottovuoto è una tecnica semplice e ormai diffusa: consiste nell’eliminazione di tutta l’aria, o di buona parte di essa, da un contenitore, per conservare gli alimenti nel migliore dei modi. Infatti, in assenza di aria, e soprattutto di ossigeno, i microorganismi e i batteri responsabili del deterioramento dei cibi non possono riprodursi.
Questa è una conseguenza importante della scoperta del vuoto e degli studi successivi prodotti da questa scoperta.
Dai tempi del filosofo greco Aristotele, si pensava che il vuoto non esistesse e che l’aria non esercitava pressione. Quest’impossibilità di riprodurre il vuoto in natura aveva portato alla formulazione della teoria dell’horror vacui : la natura, cioè, rifugge il vuoto e lo riempie costantemente.
A mettere in dubbio questa teoria fu, per la prima volta, Evangelista Torricelli che, con un semplice esperimento, dimostrò, non solo che il vuoto esisteva, ma anche che l’aria esercitava un peso. Versando un tubo di vetro contenente mercurio aperto da un’estremita e chiuso dall’altra in una bacinella contenente a sua volta mercurio, Torricelli notò che la colonnina di mercurio si arrestava ad una certa altezza nel tubo: era l’effetto della pressione che l’aria esercitava sul mercurio nella bacinella. Lo scienziato suppose inoltre che lo spazio libero nella parte superiore del tubo fosse vuoto.
La svolta di Torricelli rappresentò un vero e proprio terremoto per la cultura scientifica del tempo. Tra i vari scienziati che proseguirono questo tipo di sperimentazione vi furono anche quelli dell’Accademia del Cimento, fondata a Firenze nel 1657 dal Principe Leopoldo e dal granduca Ferdinando II dè Medici. Essi cercarono di verificare il comportamento di vari oggetti “sottovuoto”: in alcuni casi impiegarono anche animali come uccelli, farfalle e lucertole, con esiti non proprio felici per gli animali stessi.
Al Museo Galileo, nel laboratorio didattico L’eredità di Galileo. Sperimentazioni nell’Accademia del Cimento, si analizzano le esperienze degli accademici relative allo studio del vuoto. Utilizzando una campana di vetro in cui viene aspirata l’aria tramite una pompa, si può vedere, per esempio come, mettendoci all’interno un palloncino sgonfio, questo pian piano si dilata. Facendo il vuoto all’interno della campana, la pressione atmosferica esterna al pallocino non esercita la sua forza e il gas si espande.
Ragazzi, cosa succede, secondo voi, se si prova a inserire nella campana di vetro una candela accesa o una sveglia che suona?
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