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Il vaso François e la sua storia

9 Giu 2009 di PortaleRagazzi.it-->

  Pubblico l’articolo della 5B della scuola primaria statale Montagnola di Firenze

Salve! Siamo gli alunni della V B della scuola Montagnola di Firenze. Durante la visita al Museo Archeologico di Firenze abbiamo prestato particolare attenzione a cosa e in che modo gli Etruschi commerciassero. I contenitori sono stati l?elemento più sorprendente: ce ne sono tanti, molti di colore nero (i buccheri). Ma il vaso Francois è speciale!

Alessandro Francois, colui che ha scoperto il vaso e che gli ha dato il suo nome, era un archeologo fiorentino. Durante gli scavi nel territorio di Chiusi, scorse in due tumuli funerari, già saccheggiati, un gran numero di frammenti di un vaso greco. Questo fatto è stato molto significativo per noi perché testimonia i fiorenti commerci con la Grecia e le sue colonie. Il vaso fu ricomposto una prima volta nel 1845 e datato intorno al 570 a.C. I restauratori, come era uso a quei tempi, rifecero le parti mancanti cercando di ricostruirlo come era all?origine; si trattava di un vaso piuttosto grande con un?altezza di 66 cm ed una circonferenza massima di 57 cm. Fu ancora ridotto in 638 frammenti nel 1900 da un custode del Museo che, impazzito, cercò di distruggerlo; i restauri successivi (l?ultimo dopo l?alluvione del ?66) hanno ricostruito interamente il vaso, lasciando però prive di decorazioni le parti perdute. La cosa eccezionale è che il vaso ha inciso sopra il nome del vasaio che lo ha fatto e quello del pittore (probabilmente si erano resi conto della bellezza dell?oggetto). Si chiamavano il primo ERGOTIMOS e il secondo KLEITIAS.

Questo vaso è più propriamente un cratere cioè un recipiente in cui si mescolava il vino con l?acqua ( usanza dei popoli antichi). E? in stile attico: ha due anse a colonnette , un orlo, un collo, un corpo, il piede. E? interamente dipinto a figure nere (ce ne sono ben 270) su fondo rosso. Le decorazioni si riferiscono a scene mitologiche, i cui temi sono collegabili ad Achille.  Le scene sono organizzate in sette bande sovrapposte: la narrazione è lineare e disposta in senso antiorario. Nel corpo c?è l?inizio della narrazione che parte con le nozze di Peleo e Tetide, genitori di Achille. Sul collo è rappresentato l?attimo prima che avvenga lo scontro tra Achille e Troilo che ha ucciso un amico di Achille: è molto interessante perché ci sono tanti particolari, ad es. Priamo, padre di Troilo, si accorge del pericolo e cerca un appoggio per vedere meglio o forse per avvertire il figlio; Ettore e un altro fratello invece vorrebbero intervenire. Sulle mura ci sono anche dei sassi pronti per essere lanciati contro gli assalitori. Infine si vedono gli dei che assistono all?assalto, Tetide è trepidante. In quasi tutte le decorazioni ci sono disegni di animali: dagli splendidi cavalli agli animali feroci a quelli addirittura fantastici.

A questo punto vogliamo concludere con le nostre considerazioni: 1) siamo felici di averlo visto e che sia esposto a Firenze, la nostra città; 2) ?raccontare? con le pitture era ugualmente efficace che raccontare con le parole scritte, in più raggiungeva un maggior numero di persone perché altissimo era analfabetismo; 3) gli antichi greci conoscevano bene tutta la loro mitologia ed erano in grado di apprezzare le scelta fatta dal pittore. Noi invece abbiamo durato molta fatica a capire almeno un po? dell?intreccio.

A cura della 5B della scuola primaria statale Montagnola di Firenze


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