Chi siamo?
L'Autorità di bacino del fiume Arno è un ente pubblico istituito nel 1989, quando il Parlamento Italiano decise che il nostro Paese aveva bisogno di una legge specifica per la difesa del suolo.
Il nostro è un Paese densamente popolato, e fortemente industrializzato. Questo, aggiunto alle caratteristiche del nostro territorio, non fa altro che accrescere il rischio idrogeologico: cioè il rischio che deriva dall'azione dell'acqua sul terreno, provocando fenomeni disastrosi come frane e alluvioni.
Dato che era impossibile risolvere i problemi ragionando in modo diverso da zona a zona, o da una città all'altra bagnata dallo stesso fiume, fu deciso che di questi problemi doveva occuparsi un ufficio fatto apposta, che si doveva occupare dei problemi dell'intero bacino idrografico.
È interessante notare il riferimento, nel nome del nostro ente, proprio al bacino: cioè la porzione di territorio in cui si raccolgono le piogge, che cadono sul terreno fino a scivolare nel corso d'acqua principale, il “recipiente” finale. Per capirci quindi il bacino è un concetto fisico e geografico, e non politico, amministrativo perché i problemi come le piene e i dissesti idrogeologici non conoscono e non rispettano i confini di comuni, province, regioni, ma seguono soltanto i confini naturali.
Cosa facciamo?
Tre sono i problemi dell'Arno e di tutti quanti i fiumi:
troppa acqua (le piene)
troppo poca (le magre e la siccità)
troppo sporca (l'inquinamento)
Le piene del fiume sono fenomeni naturali, che possono diventare però catastrofi se il fiume esce dagli argini in una zona piena di case, strade, scuole, fabbriche.
L'Autorità di bacino è impegnata allora a fare due cose:
la prima è fare delle carte, sempre aggiornate, che facciano capire dove è più probabile che si verifichi l'alluvione: sono le mappe di pericolosità idraulica, ed indicano a tutti dove il fiume può esondare, e che pericolo di finire sott'acqua c'è in una certa zona.
la seconda è preparare un piano di difesa, che riesca ad anticipare ed evitare i fenomeni disastrosi. Un progetto di opere idrauliche che possano mettere in sicurezza le nostre case.
Le magre
E quando di acqua ce n'è troppo poca, che succede? I periodi di magra, in cui il fiume è basso, quasi in secca, accadono in tutte le estati. Bisogna però stare attenti, soprattutto per due motivi:
forse non lo sapete, ma a Firenze l'acqua che esce dai rubinetti è l'acqua dell'Arno… Se allora il fiume è troppo in secca, siamo nei guai!
Inoltre, l'ambiente delle piante e degli animali, a partire dai pesci, ha bisogno di un certo livello mino di acqua, senza il quale i vari abitanti del fiume soffrono troppo o muoiono.
Gli stessi problemi vengono fuori se l'acqua è troppo inquinata, perché città e industrie buttano in Arno troppa sporcizia e troppe sostanze tossiche, usandolo solo come una fogna.
L'Autorità di bacino cerca allora di capire bene come funziona il ciclo dell'acqua, di calcolare e controllare quanta ne usiamo, e prendere alcuni accorgimenti di protezione e di rispetto dell'Arno e dei suoi affluenti affinché sia noi che la natura possiamo continuare a vivere in equilibrio con questo grande amico…
Il principio che ci guida, in conclusione, è quello di considerare le acque e il suolo come una fondamentale risorsa da salvaguardare nell'interesse nostro e delle generazioni future.
Di cosa parlano gli artioli di questa sezione
Le schede che seguono cercano di darvi delle tracce riguardo alcuni degli argomenti che tratteremo durante i nostri incontri: immagini e fotografie, riferimenti utili, qualche notizia curiosa, alcune descrizioni della storia del fiume, dell'ambiente naturale che vive intorno ad esso, e anche… Un assaggio del nostro lavoro quotidiano!
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