Lo scorso 27 Ottobre è stato presentato il nuovo Piano Nazione per la Scuola Digitale (PNSD) che, di fatto, sostituisce ed integra le azioni del MIUR su LIM e Cl@ssi 2.0 portate avanti dal 2007 al 2013. Il PNSD scaricabile sul sito del MIUR al seguente indirizzo http://www.istruzione.it/scuola_digitale/ si configura come un documento di indirizzo per il rilancio della digitalizzazione delle scuole e per l’innovazione didattica del sistema educativo italiano nel contesto degli obiettivi di Europa 2020 “per un crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva”. Il Piano prevede la sua realizzazione entro il 2020 con fondi già stanziati per un miliardo di euro derivanti da fondi ministeriali della “Buona Scuola” (Legge 107/2015), di cui il PNSD è considerato un pilastro, e da fondi strutturali europei Pon Istruzione 2014-2020 (a tal proposito segnaliamo che sono stati pubblicati 5 bandi del MIUR rivolti alle scuole sulle seguenti tematiche: cyberbullismo, dispersione scolastica, cultura musicale, partecipazione studentesca ed implementazione del Curriculum dello studente).
Nell’introduzione al testo del PNSD torna più volte la parola “cultura” associata a “digitale” due termini quasi scontati ma che invece sembrano evidenziare una presa di coscienza fondamentale: senza un’azione culturale forte, un’educazione all’utilizzo delle nuove tecnologie e di investimento nella formazione del capitale umano non ci può essere innovazione nell’era digitale. Il Piano precente (2007-2013) ha portato nelle scuole italiane 35.114 LIM, ha formato un pò di docenti loro utilizzo (circa 72.357 ), ha reso 416 classi “digitalizzate” con pc, table e insegnanti formati, ha introdotto in circa 20 istituti e-book e innovando la didattica, ha diffuso il registro elettronico di classe e forme digitali di comunicazione scuola-famiglia(circa il 70% degli istituti scolastici) smaterializzando e facilitando le pratiche burocratiche, ma è sttao carente nella creazione di un’effettiva “educazione digitale”. Infatti sia per infrastrutture tecnologiche (rapporto pc/alunni 1 a 16 primarie, 1 a 12 secondarie; connesione internet il 70% degli istituti scolastici è connesso ma in modo insufficiente alle esigenze della didattica digitale), ma soprattutto per competenze digitali insufficienti di ragazzi ed insegnanti (come evidenziato dall OECD nel 2013) il nostro paese risulta nelle retroguardia delle classifiche dell’Agenda Digitale Europea
Il Piano Nazionale per la Scuola Digitale ha obiettivi lungimiranti e una sfida complessa da affrontare sintetizzata in 35 azioni raggruppate in tre ambiti: strumenti, competenze e contenuti e formazione ed accompagnamento. Si vuole rinnovare le infrastrutture con: fibra, banda larga, wireless ma anche un canone di connettività e ambienti digitali “fluidi” in cui portare i proprio tablet e pc. Si vogliono snellire i processi amministrativi e didattici con: un unico accesso online per docenti e studenti, il potenziamento del registro elettronico e con la possibilità di rendere disponibili a tutti gli open data della scuola. Le competenze degli studenti, rimangono al centro del programma e degli obiettivi generali: competenze digitali generali ed applicate con riferimento al complesso di discipline STEAM Science, Technology, Engineering, arts and Mathematics, alla diffusione del coding e del pensiero computazionale fina dalla primaria, allo sviluppo di carriere digitali per i lavotori del futuro con un’alternanza scuola lavoro mirata, al maggior coinvolgiemnto delle ragazze nelle materie scientifiche e tecnologiche. Infine l’attenzione è puntata sulla formazione digitale del corpo docente in servizio e dei neo assunti, ma anche sull’assistenza tecnica per scuole, in particolare primarie, ma anche sull’accompagnamento, a livello locale, attraverso la figura di un”animatore digitale” per ogni scuola , a livello nazionale, attraverso un Osservatorio Digitale che metta in rete le buone pratiche di innovazione didattica già portate avanti dalle scuole.
Per il 202o ci si adovrebbe aspettare una Scuola Digitale in cui i requisiti chiave siano: accesso alle tecnologie digitali “abilitanti”, ambienti digitali per l’apprendimento in cui si innovano strumenti ma soprattutto metodi e in cui si mette al centro il “saper fare”(aperto fino al 30/11/15 il bando MIUR per ambienti digitali a scuola), amministrazione digitale che alleggerisca e faciliti i processi burocratici, identità digitale unica per il capitale umano dell scuola (docenti e ragazzi) e competenze digitali degli studenti basate sulle alfabetizzazioni digitali, ma anche sulla cultura, sull’educazione e sul potenziamento delle capacità creative e comunicative.
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