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Viaggiare nel tempo in Firenze: La città granducale

18 Nov 2008 di PortaleRagazzi.it-->

 

Città Granducale

Da “città bella” a Stato. L’espansione di Firenze fra ‘300 e ‘500  

di M. Pia Paoli

 

La formazione dello stato fiorentino avviene nell’arco di due secoli fra ’300 e ’500. La storia di questo percorso, che riguarda molte città-stato dell’Italia centro-settentrionale, inizia anche per Firenze con la nascita e l’affermazione del mito della città, tramandatoci da cronache e fonti letterarie fin dal XIII secolo.  

 

 

{tab=Lezione}

 

Mito, quello della bellezza e della ricchezza di Firenze, delle sue arti, dell’ingegno dei suoi abitanti, che si consolida all’inizio del ’400 grazie agli scritti di Leonardo Bruni (1370-1444), celebre umanista di origine aretina. La Laudatio florentinae urbis che l’Aretino compose nel 1403 è già una testimonianza della supremazia esercitata da Firenze su altre città toscane; Arezzo, patria del Bruni, era stata sottomessa a Firenze nel 1384; l’elogio che l’umanista fece della città del giglio intendeva celebrare una prima vittoria dei fiorentini sulla Milano di Gian Galeazzo Visconti morto nel 1402. Non solo la forza, l’esercito e il denaro avevano portato a questo risultato, ma anche la “saggezza” dimostrata dai fiorentini, che eccelsero in questa dote soprattutto, a detta del Bruni, in occasione della guerra con Volterra.

 

Firenze “città bella” era descritta dal Bruni come modello di “concorde repubblica”, articolata in vari uffici e istituzioni (quartieri, priorati delle arti, magistrature) che l’artificio retorico della Laudatio non era il solo a celebrare e rappresentare; nella volta del palazzo dell’Arte dei giudici e notai in via del Proconsolo entro una serie di cerchi concentrici furono dipinti vari emblemi che alludevano ai simboli del vivere civile: gli stemmi del comune, i gonfaloni dei quartieri, gli emblemi delle arti maggiori e minori ecc.  

 

Le fonti letterarie calibrate su mito e realtà avevano alle spalle una serie di scelte politico-strategiche ancora più antiche sulle quali si fondavano le origini della supremazia di Firenze sulle altre città toscane. Già nel secolo XI, al tempo del marchese Ugo di Toscana, Firenze, scelta come sede del marchesato al posto di Lucca, fu dotata di una porzione di territorio che preludeva a successive espansioni. Al contado col tempo si aggiunse il distretto, ovvero quella parte di territorio formata da piccoli e medi centri che si affidarono spontaneamente all’egemonia di Firenze e alla sua protezione o che si videro costretti a farlo con la forza attraverso patti di capitolazione o sottomissione . Oltre ai comuni, in questo processo di acquisizioni e di conquiste, rientrarono anche alcuni feudi, tra cui quello degli Ubaldini in Mugello dove sorse poi il vicariato di Scarperia, città nuova.  

 

Mentre di “Fiorenza” entro le sue mura ci restano vedute che risalgono al XV secolo (pianta della Catena e sue copie), dello stato fiorentino non ci sono ricostruzioni coeve fino alla carta che il monaco olivetano Stefano Buonsignori disegnò alla fine del Cinquecento in pieno regime mediceo. A quella data lo stato fiorentino aveva acquisito anche la repubblica di Siena; “stato vecchio” e “stato nuovo” (il territorio senese) costituivano la Toscana.  

 

Cronache, novelle, memorie familiari (le cosiddette “ricordanze ”) incrociate con i carteggi e i documenti diplomatici del tempo contribuiscono a chiarire un percorso secolare assai complesso nel quale spiccano le testimonianze delle tradizioni municipali, ovvero di quell’insieme di storie locali, di storie di città, che caratterizzano la storia dell’identità italiana. Come in altri, casi anche per la Toscana solo molto tardivamente si compilarono delle storie regionali e non solo cittadine.  

 

Possiamo immaginare come fosse difficile per la città dominante, di chiara ascendenza romana, fare i conti con le origini etrusche delle sue città soggette: Arezzo, Volterra, Cortona. Una prima ricostruzione storica della Toscana nel suo insieme si ebbe soltanto nel primo Seicento a seguito della propaganda medicea a sostegno del cosiddetto “mito etrusco” che avvalorava origini più antiche anche per Firenze. Fu un cattolico scozzese, Thomas Dempster, rifugiatosi a Firenze a causa dei conflitti religiosi scoppiati nella sua patria, a scrivere in latino un’opera dal titolo De Etruria regali libri septem dedicata al granduca Cosimo II, ma stampata a Firenze solo nel 1723.  

 

A questo punto occorre chiedersi quali fossero stati i motivi che spinsero Firenze ad espandersi, i mezzi e i risultati con cui la “città bella” raggiunse una prima forma più complessa di stato al di fuori delle mura e del contado.

 

Non dimentichiamo che lo stato cosiddetto “regionale” o “territoriale” era stato preceduto da una “regione economica”, ovvero da una circolazione fiorente di uomini e merci grazie anche alla solidità della moneta di conio, il fiorino d’oro (battuto per la prima volta nel 1252), che perdurò fino ai primi decenni del ’500. Assai complicato risulta al riguardo il variegato sistema di pesi e misure, di monete di conto e di conio, e anche di dazi e gabelle imposti sulle merci e sui bestiami circolanti fra una città e l’altra. Al momento della maggiore e graduale centralizzazione raggiunta dal potere fiorentino si tenteranno unificazioni anche in questo campo.  

 

La floridità dei commerci che agli inizi del ’300 portò Firenze a raggiungere un’ epoca di splendore economico e demografico oltre che culturale non aveva ancora influito sulla sua decisiva espansione. Alcuni storici hanno individuato una svolta significativa in tale direzione nella diffusione delle epidemie di peste e di carestie, soprattutto a partire dalla celebre “peste nera” del 1348. Ancora una volta le fonti letterarie, e in particolare l’introduzione alla prima giornata del Decamerone di Giovanni Boccaccio documentano in maniera incisiva gli esiti nefasti che tale morbo ebbe anche sul governo della città, decimando gli officiali, i magistrati e tutti coloro che avevano delle cariche pubbliche. La carenza di risorse umane ed economiche sembrava dunque incoraggiare la ricerca di nuovi spazi.  

 

Mentre il governo interno di Firenze fu a lungo costellato da lotte tra fazioni di ceti e di famiglie e soprattutto dal graduale predominio dei Medici a partire da Cosimo il Vecchio (1434-1464), la penetrazione della città verso l’esterno fu costante e capillare. Dopo aver stretto patti con Colle val d’Elsa nel 1331, Firenze dopo la peste strinse patti con Prato (1350), Pistoia (1351-1401), san Gimignano (1353), san Miniato (1370), Montepulciano (1390), Cortona (1411), Livorno (1421), Sarzana e Sarzanello (1406-1488), san Sepolcro (1441), Fivizzano (1477), il feudo di Montedoglio (1489). Nell’orbita di Firenze fra il 1384 e il 1421 erano rientrati anche Arezzo, Volterra, Pisa, Castrocaro e altri centri minori. Il territorio raggiunse così gli 11.000 kmq.  

 

Da un punto di vista demografico, nonostante il calo dovuto alla peste del 1348, Firenze coi suoi 37.000 abitanti nel 1427 rimaneva la più popolata delle città toscane. Popolazione, denaro e diplomazia garantirono dunque il predominio di Firenze che si consolidò a partire dal 1440 a seguito della vittoria contro Filippo Maria Visconti duca di Milano, avvenuta con la famosa battaglia di Anghiari combattuta da entrambe le parti con eserciti mercenari.  

 

Dopo la pace di Lodi (1454) e a partire dal periodo segnato dalla politica interna e internazionale di Lorenzo il Magnifico (1448-1492) lo stato fiorentino visto sulle carte si mostra a macchia di leopardo, avendo al suo interno, rispetto all’attuale rappresentazione cartografica della regione toscana, delle enclaves amministrative diverse: la repubblica di Lucca, il ducato di Massa, e a sud lo stato di Siena, che mantiene dopo la caduta della repubblica una forte autonomia dalle magistrature di Firenze; i suoi confini, dunque, si estendevano verso le repubbliche di Genova e Lucca, verso il ducato di Modena, lo stato della Chiesa e lo stato senese. I confini naturali segnati da monti (Appennini) e da fiumi (Arno, Serchio, Magra e Tevere) non corrispondevano a quelli della geopolitica. L’ultimo territorio acquisito dalla repubblica fiorentina fu nel 1520 la podesteria di Sestino, incuneata nel Montefeltro, oggi provincia di Arezzo e non provincia di Urbino o di Pesaro come sarebbe logico che fosse dal punto di vista geografico.  

 

Il governo dello stato fiorentino si realizzò in maniera pragmatica; le città soggette che avevano propri statuti , propri consigli comunali, milizie, commerci, scuole, università (Arezzo, Pisa) conservarono alcune loro autonomie, ma nel caso, ad esempio, che decidessero di fare aggiunte agli statuti locali dovevano sottoporle agli “approbatori” di Firenze, apposita magistratura le cui funzioni sono documentate dalle carte dell’Archivio delle Riformagioni conservato all’Archivio di Stato di Firenze. La magistratura dei Cinque conservatori del contado e del distretto (1428-1560) era deputata al controllo economico e fiscale del territorio. Alle città soggette fu, tra l’altro, imposto di contribuire agli omaggi e ai tributi che si facevano a Firenze il giorno 24 giugno in occasione della festa del santo patrono Giovanni Battista.  

 

Un rappresentante del governo fiorentino (podestà, capitano o vicario ) si recava nel dominio ad amministrare la giustizia; questi funzionari si chiamavano “rettori di giustizia” o “giusdicenti ”, al cui seguito andavano notai e birri, ovvero una piccola corte, una “famiglia ” stipendiata da ciascun rettore che a sua volta riceveva un contributo finanziario per svolgere le sue mansioni. I rettori dovevano avere compiuto 30 anni e in genere appartenevano ai membri cadetti delle famiglie patrizie fiorentine, soprattutto a partire dal secolo XV. La differenza tra vicari, podestà e capitani consisteva nella facoltà o meno di poter amministrare la giustizia penale e/o civile; i podestà amministravano soltanto la giustizia civile, ovvero quei reati passibili soltanto di pene pecuniarie e non capitali come la pena di morte. Quando prendevano servizio nei luoghi deputati i rettori fiorentini prestavano da subito solenne giuramento, lasciando al momento della fine della carica il proprio stemma gentilizio sulla facciata del palazzo pubblico. In questo modo si diffondevano i segni di un potere che mirava ad essere centralizzato anche attraverso forme tangibili e visibili di cui un esempio vicino e significativo è costituito dal palazzo dei vicari di Scarperia.  

 

Altro elemento importante di questa storia a grandi linee dell’espansione territoriale fiorentina è lo sviluppo dell’attività diplomatica della cancelleria fiorentina: letterati come Coluccio Salutati, Leonardo Bruni, Bartolomeo Scala, fino ad arrivare a Niccolò Machiavelli, segretario della repubblica fiorentina, perfezionarono i sistemi di comunicazione epistolare sia attraverso la grafia (corsiva umanistica o cancelleresca, appunto), sia attraverso le formule retoriche e tecniche usate per stilare atti notarili, delibere, diplomi, o per intessere relazioni con amici e nemici, con clienti, con comuni cittadini, con potenze straniere.  

 

A molti umanisti provenienti da piccoli e medi centri toscani, Firenze fornì l’opportunità di mettersi in luce negli studi e nella vita civile. In questo senso si può dire che l’Umanesimo fiorentino fu l’esito anche di una politica territoriale che attrasse nella dominante risorse umane tali da incrementarne la vita culturale.  

 

Altrettanto decisiva nell’espansione di Firenze fu la rete di clientele tessuta dai Medici e in particolare da Lorenzo il Magnifico; amici e nemici, cittadini e forestieri, grazie a scambi di favori reciproci, si affidarono al patronato della famiglia di Cosimo il vecchio, detto pater patriae, creando le premesse per la successiva stabilità politica interna col passaggio dalla repubblica al principato.  

 

Oltre al 1348 altre due date sono da considerare come centrali per la storia dello stato fiorentino: il 1427 e il 1478. Il 1427 fu l’anno del catasto fiorentino col quale si censirono i beni mobili (quote di debito pubblico e investimenti mercantili) e immobili (case, fondi, terreni) delle famiglie fiorentine e degli abitanti del contado e del distretto per arrivare a una tassazione più estesa e mirata. Questo eccezionale documento che ha consentito agli storici di fare molti studi sulla vita privata dei fiorentini, sulle loro abitudini, risorse, aspirazioni, materiali e ideali, fu uno degli esiti meno graditi da alcune città soggette, tra cui Volterra che si ribellò con forza all’imposizione di nuove tasse. La fiscalità, che rientra nelle politiche di accentramento del potere in antico regime, si rivelò anche in questo caso un momento controverso nella costruzione di una forma di potere statuale. Non è un caso, infatti, che nelle versioni successive del Catasto (dal 1431 al 1534) non si riuscisse a raggiungere la forma di completezza e rigore di quello del 1427.  

 

Il 1478 invece è l’anno della congiura dei Pazzi perpetrata contro i Medici dai Pazzi, da papa Sisto IV Della Rovere e da Federico di Montefeltro; come è ben noto la congiura portò all’uccisione di Giuliano fratello di Lorenzo. Nella punizione dei suoi nemici Lorenzo fu implacabile al punto che i registri di lettere del tribunale penale fiorentino degli Otto di Guardia e Balia denotano a partire da quella fatidica data una crescente e capillare ingerenza nel territorio per controllare e perseguire qualunque tipo di reato anche in quei centri di recente acquisizione come la Valtiberina situati alla periferia dello stato.  

 

Non cambiarono molto le politiche e le regole attuate per amministrare il territorio gli eventi convulsi che si susseguirono dalla morte di Lorenzo fino all’ascesa al potere di Cosimo I. Il figlio di Maria Salviati e di Giovanni dalle Bande nere, appartenente ad un ramo cadetto della famiglia Medici, inaugura un’altra fase che porterà nel 1559 alla conquista dello stato senese, lo “stato nuovo”, che si verrà così ad aggiungere allo stato vecchio formando il ducato di Firenze e Siena.  

 

{tab=Glossario}

 

Città-stato: con questa espressione si indica una formazione politico-amministrativa risalente al periodo dell’Italia comunale, quando molte delle città centro-settentrionali cominciavano ad avere più stretti legami finanziari, economici e politici con piccole e medie porzioni di territorio circostante. L’espressione nasce per contraddistinguere la formazione degli stati regionali italiani dai diversi percorsi che nell’ Europa delle monarchie, dei grandi feudi, dei principati vescovili portarono alla formazione di realtà statali più ampie e accentrate.  

 

Laudatio urbis: con questa espressione latina usata dagli umanisti del secolo XV si indicava un genere letterario diffuso in molte città europee a partire dal secolo IX. L’origine delle laudationes di città risale alla Grecia classica e in particolare al panegirico della città di Atene fatto da Elio Aristide.

 

Ricordanze: con questo termine si indicano i Libri di famiglia fiorentini la cui documentazione è molto precoce e di lungo periodo (secoli XIII-XVIII), costituendo un’eccezionale fonte storica. Tali libri, redatti quasi sempre dal maschio primogenito della famiglia (in genere si tratta di famiglie mercantili o patrizie) contengono ricordi di tipo economico inerenti alla gestione familiare, ma anche ricordi privati di vario genere e in alcuni casi riferimenti al contesto storico coevo.  

 

Contado/distretto: il contado era la parte di territorio su cui più anticamente si era distesa l’autorità di Firenze. Sul contado, grossomodo corrispondente alle diocesi di Firenze e di Fiesole, si applicava la giurisdizione della città di Firenze. Il distretto, invece, comprendeva la parte del territorio di più recente acquisizione. Il distretto era formato da vari comuni con il ‘proprio’ contado, con un grado di autonomia variabile e stabilito al momento della sottomissione a Firenze, sancito da accordi detti patti di sottomissione o capitolazioni (vedi).  

 

Giusdicenti/rettori di giustizia: sono coloro che nel corso dei secoli XIV-XVIII amministrano la giustizia civile e penale nei comuni e nelle città italiane soggette alla città dominante, Firenze, Milano o Venezia che fosse.  

 

Podestà, vicari, capitani: con questi tre termini si definiscono le diverse facoltà che i giusdicenti avevano nell’amministrazione della giustizia civile e penale nello stato. I podestà amministravano quasi esclusivamente la giustizia civile. Gli altri anche quella penale, tanto che con espressione giuridica del tempo erano detti vicarii o capitanei cum gladii potestate, ovvero con facoltà di comminare pene capitali e non solo pecuniarie.  

 

Tribunale degli Otto di Guardia e Balia: era il tribunale penale fiorentino istituito nel XIV secolo e formato da otto magistrati. In epoca medicea amministrò anche la giustizia penale dei comuni e delle città soggette a Firenze.  

 

Famiglia: il termine designa non solo la famiglia in senso tradizionale, ma anche un gruppo di famuli, sudditi, servitori, ufficiali, cortigiani addetti ad un servizio, carica, funzione, ufficio, magistratura agli ordini di un superiore; tra questi ultimi figurano anche i giusdicenti fiorentini che per esercitare le loro funzioni di podestà, vicari o capitani erano accompagnati da una famiglia di notai, birri, famuli, messi ecc. da loro stipendiati.

 

Statuti: insieme di norme giuridiche che riguardano la sfera penale e civile fondandosi sia sul diritto romano (diritto comune) che sui diritti particolari dei vari luoghi o gruppi associati (arti, mestieri, confraternite ecc.) a cui si riferiscono. Nei secoli XIII-XV si diffusero moltissimo anche nei comuni toscani. Con l’avanzare del predominio di Firenze furono soggetti ad un maggior controllo da parte della dominante, anche se la cosiddetta potestas statuendi fu lasciata abbastanza libera. Eccetto che a Firenze i cui statuti del 1415 conservarono una forma e un contenuto pressoché invariati anche nell’epoca medicea, in molti piccoli comuni o città soggette si fecero delle aggiunte o riforme agli statuti locali.  

 

Patti di sottomissione o capitolazione: con queste espressioni si intendevano quelle forme di accordi stipulati per scritto fra Firenze e i comuni e le città soggette. Variavano da luogo a luogo a seconda del tipo di supremazia violenta o pacifica esercitata da Firenze e dei mezzi impiegati per attuarla (guerra e/o diplomazia). In base a questi patti si cominciarono a costituire le premesse per la creazione di uno stato regionale.  

 

Catasto: detto anche estimo, è il censimento a fini fiscali di beni mobili e immobili. Il catasto fiorentino del 1427 diretto ai cittadini fiorentini e agli abitanti del contado e del distretto mirava a raggiungere una forma più capillare, ma anche più equa di tassazione affidata ad un’apposita commissione di dieci Ufficiali. Il sistema fiscale di questo Catasto rappresentò un modello decisamente avanzato rispetto a quello degli altri stati contemporanei.  

 

Gabella: era una forma di imposta indiretta ovvero di tassazione che ricadeva su negozi vari, rogiti notarili (inclusi i contratti matrimoniali), commerci, pedaggi ecc.  

 

Clientela/patronato: con questi termini si indicano rapporti di fiducia e di interesse e di protezione (politica, economica, culturale-artistica) stabiliti fra individui e gruppi (ceti, famiglie, partiti) che nella Repubblica fiorentina e soprattutto durante la Signoria medicea ebbero un peso importante al costruzione del consenso che sfocerà nell’avvento del principato con Cosimo I.  

{tab=Gallery}

 

01granducale_thumb.jpg Tomba di Leonardo Bruni detto l’Aretino
[da: MSN Encarta ]
Autore delle Historiarum Florentini populi libri XII (dalle origini di Firenze al 1404) in Santa Croce.

 

 

Scrittura umanistica. Da: Università degli Studi di Urbino Scrittura umanistica

[da: Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo” ]

 

 

 

Miniature con stemma Medici e imprese di Lorenzo il Magnifico, da: Biblioteca Medicea LaurenzianaMiniature con stemma Medici e imprese di Lorenzo il Magnifico
[da: Biblioteca Medicea Laurenziana ]

 

 

 

L’espansione territoriale fiorentina tra 1320 e 1380 L’espansione territoriale fiorentina tra 1320 e 1380
[da: Florence et la Toscane, XIVe-XIXe siècles: les dynamiques d’un état italien, sous la direction de J. Boutier, S. Landi, O. Rouchon, Rennes, Presses Universitaires de Rennes, 2004]
La parte tratteggiata indica il contado

 

L’espansione territoriale fiorentina tra 1381 e 1430L’espansione territoriale fiorentina tra 1381 e 1430
[da: Florence et la Toscane, XIVe-XIXe siècles: les dynamiques d’un état italien, sous la direction de J. Boutier, S. Landi, O. Rouchon, Rennes, Presses Universitaires de Rennes, 2004]
La parte tratteggiata indica il contado

 

L’espansione territoriale fiorentina tra 1431 e 1490L’espansione territoriale fiorentina tra 1431 e 1490
[da: Florence et la Toscane, XIVe-XIXe siècles: les dynamiques d’un état italien, sous la direction de J. Boutier, S. Landi, O. Rouchon, Rennes, Presses Universitaires de Rennes, 2004 ]
La parte tratteggiata indica il contado

 

La fortezza medicea di Poggibonsi, da: paesaggimedievali.itLa fortezza medicea di Poggibonsi, presidio dei confini con Siena
[da: paesaggimedievali.it ]

 

 

 

Il Palazzo dei Priori ad Arezzo, da fotoantiquaria.it Il Palazzo dei Priori ad Arezzo
[da: fotoantiquaria.it ]
Reca in facciata gli stemmi dei giusdicenti fiorentini

 

 

Mappa di Firenze, da: Brwon UniversityUna mappa di Firenze
[da: Brown University]
Mostra la distribuzione della ricchezza nei Gonfaloni della città

 

 

Jacopo Carucci detto il Pontormo, da: Palazzo Medici RiccardiJacopo Carucci detto il Pontormo , Ritratto di Maria Salviati
[da: Palazzo Medici Riccardi ]

 

 

{tab=Temi di approfondimento}

 

1. Il mito di Firenze. Può essere analizzato a partire dalle cronache di Dino Compagni e Giovanni Villani per arrivare alla Laudatio del Bruni. Le descrizioni di Firenze possono essere studiate in maniera comparativa con quelle di altre città italiane composte nella stessa epoca. Oltre ad elementi descrittivi comuni al genere letterario delle laudationes, sarà utile rintracciare come erano percepite e narrate le peculiarità di ciascuna città e in quali circostanze si componevano.  

 

2.Il territorio. L’antica suddivisione dello stato fiorentino in contado e distretto può essere confrontata con l’attuale situazione amministrativa mostrando come i confini del vecchio contado corrispondano grosso modo all’attuale provincia di Firenze.  

 

3.I castelli e i feudi del contado fiorentino. Dal Mugello (contea degli Ubaldini) al Casentino (contea dei Guidi) anche la Toscana era costellata di tanti piccoli feudi che furono presto sottomessi a Firenze. Alcuni rimasero in vita anche durante il principato mediceo, tra questi la contea di Turicchi di cui erano signori i vescovi di Fiesole.  

 

4.Le carte geografiche. Come si costruiva una carta geografica nel ‘400? Rappresentare la veduta di una città con le sue mura, monumenti, case, torri, palazzi ecc. è altra cosa dalla rappresentazione topografica di un territorio più esteso. Gli sviluppi della cartografia nel ‘500 sono bene documentati e visivamente apprezzabili nelle sale di Palazzo Vecchio.  

 

5. Le tradizioni cittadine. L’espansione territoriale di Firenze come di altre città dominanti non dette adito a storie regionali vere e proprie. Si può approfondire questa peculiarità della storia italiana anche alla luce di quanto nel Risorgimento fu detto al riguardo dal federalista  Carlo Cattaneo e di quanto oggi si dice a proposito di “municipalismo” o “campanilismo”.

 

6.Le fortezze medicee. Lo stato fiorentino del XV secolo e poi il principato mediceo furono il risultato di una politica di espansione che solo in parte tenne conto dei confini naturali. Ancora oggi osservando la situazione di alcune province toscane o di alcune vie di comunicazione si può intuire quanto l’assetto del territorio toscano presenti le tracce di questo processo. Testimonianze tangibili dell’espansione territoriale sono le fortezze medicee costruite in varie zone di confine dello stato da Sarzana in Lunigiana (nord-ovest) al Sasso di Simone in Valtiberina (sud-est).  

 

7.La peste nera del 1348. Le numerose fonti letterarie che ne parlano, incluso il Decamerone di Giovanni Boccaccio, possono essere messe a confronto con i dati statistici e demografici forniti dagli storici odierni.  

 

8.Il catasto del 1427. I libri di ricordanze (in alcuni casi disponibili in edizioni recenti come per i ricordi di Giovanni di Pagolo Morelli) e il catasto del 1427 non offrono solo dati economico-finanziari. Fonti peculiari di una società urbana mercantile, danno molte informazioni sulla vita privata dei fiorentini e dei toscani, sulla loro concezione della vita pubblica, sulle loro devozioni religiose, sui loro studi, sulle loro abitudini alimentari, sull’abbigliamento ecc.  

 

9.Potere e giustizia. Nel XIV-XV secolo l’amministrazione della giustizia fu simbolo e effetto di una maggiore o minore centralizzazione del potere, ma anche espressione di vendette o di intimidazioni a seguito di congiure e tumulti che minacciavano la sicurezza di chi deteneva il potere; nel caso di Firenze ciò fu particolarmente evidente al tempo di Lorenzo il Magnifico che già agiva come un principe.  

 

10.La cancelleria fiorentina e gli umanisti. Il lavoro della cancelleria fiorentina nei secoli XIV-XV fu molto intenso e rivolto alla stesura di missive e diplomi vari che servivano al governo della città e dello stato territoriale. Un approfondimento pertinente riguarda la figura e l’opera del cancelliere della repubblica Coluccio Salutati del quale nel 2008 si è molto discusso nell’ambito di convegni e mostre. Che cosa, dunque, comportava la riscoperta e lo studio dei classici nella vita civile? Quale fu l’applicazione del cosiddetto umanesimo nell’esercizio del potere e nel funzionamento degli uffici?  

 

11.L’avvento al potere di Cosimo I. Quali furono i segnali più evidenti dello slittamento della repubblica fiorentina verso il principato? Da Lorenzo il Magnifico al duca Alessandro de’ Medici, ci furono molti momenti in cui emersero modi di vita e di azione politica personalizzati, oltre che usi e costumi cortigiani. Le numerose biografie coeve e studi recenti sulla vita di Cosimo I, possono suggerire un approfondimento sull’educazione ricevuta dal futuro duca di Firenze e Siena quando non si pensava ancora che diventasse un principe.  

 

{tab=Bibliografia}

 

Per il periodo repubblicano

 

Herlihy D., Klapisch-Zuber C. 1988, I Toscani e le loro famiglie: uno studio sul Catasto fiorentino del 1427, Bologna, Il Mulino (ed. or. Paris, 1978)  

 

Zorzi A. 1988, L’amministrazione della giustizia penale nella Repubblica fiorentina: aspetti e problemi¸ Firenze, Olschki  

 

Paoli M.P. 1995, A proposito di ‘composite repubbliche’: poteri e giustizia in Valtiberina al tempo di Lorenzo il Magnifico, in La Valtiberina, Lorenzo e i Medici, a cura di G. Renzi, Firenze, Olschki  

 

Friedman D. 1996, Terre nuove: la creazione delle città fiorentine nel tardo Medioevo, Torino, Einaudi (ed. or. New York-Cambridge 1988)  

 

La Toscana ai tempi di Lorenzo il Magnifico: politica, economia, cultura, arte, Pisa, Pacini 1996, 3 voll.

 

Zorzi A., Connell W.J. 2001 (a cura di), Lo stato territoriale fiorentino, secoli 14-15: ricerche, linguaggi, confronti, Pisa, Pacini  

 

Pirillo P. 2001, Costruzione di un contado: i fiorentini e il loro territorio nel Basso Medioevo, Firenze, Le Lettere  

 

Tanzini L. 2007, Alle origini della Toscana moderna: Firenze e gli statuti delle comunità soggette tra 14 e 16 secolo, Firenze, Olschki  

 

Leonardo Bruni, Laudatio Florentinae Urbis, edizione critica a cura di S.U. Baldassarri, Tavarnuzze, Impruneta, SISMEL, Edizioni del Galluzzo, 2000.  

 

Per l’età cosimiana si vedano almeno  

 

Fasano Guarini E. 1973, Lo stato mediceo di Cosimo I, Firenze, Sansoni

 

Spini G. 1976 ( a cura di), Architettura e politica da Cosimo I a Ferdinando I, Firenze, Olschki  

 

AA.VV. 1980, La nascita della Toscana: dal 4 centenario per la morte di Cosimo I de’ Medici Firenze, Olschki  

 

Rombai L. 1980 (a cura di), I Medici e lo stato senese 1555-1609: storia e territorio, Roma, De Luca  

 

Diaz F. 1987, Il Granducato di Toscana: i Medici, Torino, UTET  

 

Fasano Guarini E. 2003, La fondazione del principato da Cosimo I a Ferdinando I, in Storia della civiltà toscana. III. Il principato mediceo, a cura di Ead., Firenze, Cassa di Risparmio, Le Monnier, pp. 3-40 e in generale tutto il volume  

{tab=Percorsi Web} 

 

Guida generale dell’Archivio di Stato di Firenze

http://www.maas.ccr.it/h3/h3.exe/aguida/findex_pr

Edizione, in formato pdf, della voce Archivio di Stato di Firenze tratta dalla Guida generale degli Archivi di Stato.

La voce offre una prima indispensabile panoramica delle magistrature fiorentine e delle loro funzioni nel corso dei secoli.  

 

Per più puntuali informazioni si veda però il sito dell’archivio di stato di Firenze http://www.archiviodistato.firenze.it/nuovosito/ . In particolare si segnala, per i temi affrontati nella lezione, la digitalizzazione del fondo Mediceo avanti il principato che consente di aprire e sfogliare i documenti di ciascuna delle 165 filze del fondo:

http://www.archiviodistato.firenze.it/rMap/Intro.html.  

 

Florentine Renaissance Resources: Online Catasto of 1427

http://www.stg.brown.edu/projects/catasto/

Offre un quadro della ricchezza di ogni famiglia fiorentina tassata, con informazioni circa i capofamiglia e il numero totale delle bocche. Da segnalare la mappa che mostra la distribuzione della ricchezza nei gonfaloni della città:

http://www.stg.brown.edu/projects/catasto/newsearch/1420-50_map.html

 

Florentine Renaissance Resources: Online Tratte of Office Holders 1282-1532 http://www.stg.brown.edu/projects/tratte/

Offre l’accesso a un database (circa 165.000 records) con i nomi dei fiorentini tratti negli uffici del Priorato, dei Dodici Buoniuomini e dei Sedici Gonfalonieri di Compagnia dal 1282 al 1532 (dal fondo delle Tratte).  

 

The Medici Archive Project

www.medici.org

Il progetto è finalizzato all’indicizzazione e regestazione dei documenti dell’Archivio Mediceo del Principato (presso Archivio di Stato di Firenze): ogni documento, liberamente accessibile, è indicizzato secondo 42 chiavi di accesso. Utilissima, per saperne di più, la pagina:

http://documents.medici.org/faq.cfm#map

 

Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana di Emanuele Repetti

http://www.archeogr.unisi.it/repetti/index.html

Digitalizzazione e informatizzazione del monumentale dizionario pubblicato dal 1833 da Emanuele Repetti, con possibilità di ricerche a molteplici livelli. Le voci offrono informazioni puntuali sulla storia giuridica delle comunità.  

 

Storia di Firenze. Il Portale per la Storia della città

www.storiadifirenze.org

Nel Portale si segnala, oltre alla sezione Cronologia, il profilo di Leonardo Bruni nella sezione Storici e, all’interno degli “Annali di storia di Firenze”, II (2007), il saggio di Paola Ventrone sulla festa di S. Giovanni: http://www.dssg.unifi.it/SDF/annali/2007/Ventrone.htm

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